Uno dei più alti compiti della scrittura è quello di preservare nel tempo la memoria di eventi che hanno segnato l’esistenza, nonché di registrare le sensazioni e gli stati d’animo che ne sono scaturiti, non solo per l’impellente necessità di condividere con altri uomini la propria esperienza, ma anche per trasmettere quell’ammaestramento ricevuto dalla vita medesima.
Domani, 8 marzo, per l’appunto, sarà pubblicato on line il racconto “La dimensione del riscatto” di Valentino Federico ed Anna Buonincontri. La storia narrata si propone di dare voce al vissuto di una donna che conserva indelebile le reminiscenze di un passato doloroso, da cui ne è uscita enormemente rafforzata, e che, ora, mossa da quella comunione e da quella solidarietà tra anime che solo il dolore sa creare in un modo così sublime e profondo, desidera essere di conforto e di aiuto a chi vive un analogo dramma.
Lo scenario naturalistico che fa dà sfondo alla narrazione sembra porsi in antitesi rispetto alla sofferenza della donna e ai suoi mesti ricordi, quasi come se la natura stessa volesse addolcire le pene di un’anima che troppo in fretta ha dovuto fare i conti con la durezza della vita. E così, immerso in un’iniziale atmosfera sognante, soave, tranquilla, il lettore ignora che presto sarà condotto all’interno di una mente e di un cuore nei quali ancora permane la memoria di un’angosciosa tragedia.
Dopo un salto nel passato, da cui è emerso un trauma lontano nel tempo, ma che si presenta ancora vivido e sofferto agli occhi della mente, si ritorna alla descrizione della realtà presente, che, nella bicicletta della protagonista, sembra condensare il senso del successivo percorso compiuto. Essa, difatti, appare quale simbolo della sudata libertà conquistata, frutto di dolori sofferti e di lotte interiori sostenute.
Inizia poi la descrizione di un secondo scorcio naturalistico, che, anche in questo caso, tende a contrapporsi all’apparizione di una figura umana emaciata e consunta dal tempo, che non incute più l’antico timore. L’indifferenza della protagonista, inoltre, dimostra palesemente la sua grande vittoria sui traumi del passato.
Tuttavia, il messaggio fondamentale che il racconto vuole trasmettere è che questo incommensurabile vittoria è raggiungibile solo grazie all’amore e all’aiuto di qualcuno pronto a tendere una mano, il quale consente di non sentirsi soli nelle avversità e nelle difficoltà della vita. E le ultime battute, creando uno stato finale di sospensione, fanno sì che la mente rimanga ancora assorta per ben fissare le riflessioni che scaturiscono dalla narrazione.
Si tratta, quindi, di un racconto molto toccante, che invita a non mai perdere la speranza anche nei momenti più critici della vita.
Dostoevskij, ne I Fratelli Kamarazov, non a caso afferma “Conoscerai un grande dolore e nel dolore sarai felice. Eccoti il mio insegnamento: nel dolore cerca la felicità”. E infatti, anche questa storia mostra che, alla stregua di una fenice che rinasce dalle sue ceneri, un essere umano, dalle più atroci sofferenze, può trovare forza e rinascita grazie all’aiuto amorevole di chi sa cosa voglia dire patire.
Per questo, concordi con Virgilio, davvero questa narrazione consente di proclamare a gran voce che “Omnia vincit amor” (“L’amore vince tutto”).
Loredana Cimmino
Foto: Alessandro Lucibello