I pensieri di Diamante

Mi sono detto più volte di avere fede.
Sì, fede per resistere a questo progressismo che non sa combattere più nulla perché vinto da se stesso.
Vinto dall’idea di proporre cose che invece sono dettate, dal convincimento di essere iniziativa quando invece è assuefazione.
Le finestre di Overton sono spalancate; c’è corrente; c’è una bufera di vento e pioggia.
Le persone si dicono felici di essere rivoluzionarie, ma dormono sui cuscini dell’acquiescenza. Sono comparse nel film dei valori defraudati in nome di un progresso che non c’è, di un pensiero vecchio, travestito da “futuro” ma con i panni beceri.
Non si indaga più, si accetta!
I nuovi eroi sono quelli del “sì” sempre!
I nemici dell’avvenire, secondo quest’ultimi, sono quelli del “mah”!
Sono insiemi equipotenti di pieno e vuoto.
Simili a rondini d’ autunno.
Quali onde del mare, per quanto possano essere energiche e romantiche, spesso brillanti e avvolgenti, pensano di essere libere. Invece sono sospinte da venti che neppure vedono, in direzioni che, alla lunga, neanche sanno, creando molto spesso danni.
La voce comune è quella del popolo, quella delle masse, della moltitudine. Come se il sapere oggi fosse ad appannaggio di tutti, una caratteristica diffusa, una costante. Si diceva un tempo: “Vox populi, Vox dei”. Forse per questo c’è un abbandono di ciò che è il divino; forse per questo la laicità è divenuta l’humus di ogni ragionamento e Dio è stato sostituito da tante divinità da far rabbrividire e sentire soli persino quelle del paganesimo.
Ma io continuero’ ad avere fede. Anzi ne cercherò sempre in più per ancorarmi all’idea di una costante.
Non perché temi il cambiamento, bensì perché mi fa piacere pensarlo come frutto di un ragionamento, sano, scevro da preconcetti, dubbioso, ricercato.
Anche per il Signore, la mia fede non è cieca ed è una profonda questione di cuore, di sentimento: come potrebbe essere dunque cieca quella verso uno o più uomini, oltretutto trattandosi di questione di mente e ragione (che poco ha a che vedere con la “fides”)?
“Continua ad avere fede”, mi ripeto, poiché si amplia quella dimensione psicologica in cui si trova il proprio pensiero, a difesa delle proprie convinzioni, pronte sempre a cambiare ma con cognizione di causa, in risposta ad interrogativi, alla curiosità e alla sublimazione della libertà.
“Continua ad avere fede” in questa societa’ che ha dimenticato di essere davvero qualcosa per essere invece l’idea di qualcuno (altro!). Fede anche nella ragione, nei perché, nei chissà…
“Continua ad avere fede” per non essere oggetto ma per conservare integro il proprio spazio anche solo nella mente.

D.F.

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