Sorgo sui mari, sui fiumi, sui borghi, sulle campagne, ma anche sulle macerie delle città.
La mia luce bagna la terra: quella dei cuori innamorati, di quelli speranzosi, di quelli in attesa, di quelli impavidi, di quelli vigliacchi e spesso, purtroppo, anche di quelli persi.
Mi spostavo e scivolavo sul mio arco dissipando le ombre; le macerie su cui passavo proiettavano delle immagini indecifrabili; quasi tutte assumevano una forma conica, irta: divenivano come mille spigoli sul terreno.
Scorrevo e mi dicevo grata, in questo caso, di essere lontano dall’uomo; dalle sue idee bizzarre e dalla sua inconsapevolezza d’esser quasi nulla.
Se solo potessero vedersi con i miei occhi e capire che non esistono da quassù, riuscirebbero anche a comprendere quanto importante sia vivere bene quel fazzoletto di terra che i loro piedi calpestano.
Sospesi nel vuoto, combattono per confini e regioni in un universo che li inghiotte ogni giorno, ogni istante.
Fanno di ciò che vedono la ragione della propria esistenza senza rendersi conto che quello che non vedono è smisuratamente più grande, incalcolabile, alieno dalla loro mentalità.
Vidi delle luci in un solco nella terra, vicino a delle carcasse d’auto. Mi affacciai e scorsi un manipolo di uomini che, raggruppati, bisbigliavano nello spettrale silenzio di quella notte che non aveva ragione d’essere ascoltata.
Un pò distante da loro, nello stesso riparo, vi era un altro uomo con una piccola luce e fra le mani un portafogli. Spuntava, da quest’ultimo, un pezzo di carta su cui era visibile un disegno a pastelli: era evidente che fosse la figurazione di un bambino e lo si evinceva dalle immagini stilizzate con cui era realizzato e che ritraevano un uomo adulto, una donna riconoscibile dai capelli più lunghi e un bimbo al loro centro che teneva per mano le figure più grandi. Sopra la loro testa vi era un cuore con delle ali, due stelline unite da un arco. Dietro la figura disegnata del papà, vi era un’ombra che si distendeva per terra e che assumeva, pur senza volerlo (forse), le sembianze di una croce. Vi erano inoltre scritte in cirillico parole quali: “la famiglia”, “sicurezza” e “ti voglio bene papà”. Nell’angolo in basso a destra del foglio vi erano tre fiori: due sbocciati ed uno che sembrava reciso.
Anche il soldato prese una penna e un vecchio taccuino su cui c’erano altri appunti e cominciò a scrivere.
«Figlio mio, io sono qui a combattere: sì, a combattere per te. Papà ti ama tantissimo. Non combatte per farti sentire più sicuro poiché tu saresti al sicuro sempre se non vi fossero questi uomini decisi a farsi la guerra. Non combatto perché il mondo ha bisogno di noi; siamo noi invece ad avere bisogno del mondo ma nessuno sembra seriamente rendersene conto. Papà è qui, è lontano, vorrebbe averti fra le braccia, stringerti ogni notte, sentirti addormentare, svegliarsi con te al mattino, giocare, fare colazione insieme con il latte e i biscotti, accompagnarti a scuola, insegnarti tutto ciò che è giusto che un bimbo sappia… ma è qui ed è per te che è qui: è il suo lavoro e serve per far sì che tu e la mamma abbiate ciò di cui è necessario.
Ti chiedo di fare il bravo, di ubbidire alla mamma e divenire una persona grande, responsabile, cosciente delle sue azioni. Il mondo ha bisogno di persone su cui sperare e tu, figlio mio, sei la mia speranza.
Papà è qui. Ogni sera guarda il tuo disegno immaginando quante parole vorresti dirmi con le matite e quante altre me ne sfuggono. Aspetto, intanto, di riceverne un altro desiderando il momento di poter stare seduto con te a disegnarne uno.
Sono qui a scriverti, lontano da casa, mentre chi ci ha mandato ha i propri bimbi e i propri cari al proprio fianco.
Noi siamo qui per le loro scelte e loro, invece, accovacciati nelle loro manie.
Figlio mio, spero che finisca presto e tu non la viva e non la senta mai davvero la guerra: non la tocchi poiché sa di freddo e non l’annusi poiché sa di muffa, calce e bruciato. Non dovrai neanche giocare mai alla guerra; fatti regalare tutto: aquiloni, palloni, maschere, album da disegno, penne, libri, macchinette, biciclette ma rifiuta sempre il dono di una pistola, di un arco, di una fionda; queste ultime sono spesso armi congeniate affinchè gli uomini si possano offendere e ledere fra loro. La qualità di una persona non si misura con le ferite che riesce a cagionare ma con quelle che riesce a curare.
L’eroicità non è il superare un combattimento ma l’evitarlo. Bada bene, non ti sto insegnando ad abbassare la testa dinanzi agli altri e alla vita bensì a tenerla alta, sempre, con lo sguardo fiero sul tuo buon senso, sulla tua razionalità, sul tuo cuore, sul tuo animo, sulla tua voglia d’essere costruttivo e non lesivo.
Lascia pure che gli altri giochino a fare i duri e si pensino tali. Tu, invece, diventalo realmente mostrando superiorità dinanzi ai soprusi, alle angherie, alle nefandezze. Dimostra d’essere superiore perché vivo e presente ai tuoi sentimenti.
Abbi fede in Dio!
Lascia stare ciò che gli uomini raccontano di Lui. Se avessero mai insegnato il vero e lo avessero perseguito, il mondo sarebbe arrivato dov’è ora? Pur controllando i popoli e le nazioni nel corso dei tempi, pur avendo spesso influenzato la storia dell’uomo ed avendo ancor oggi milioni e milioni di seguaci, più o meno osservanti e praticanti, guarda i tempi che sono e nei quali chiedono preghiere. Questo accade mentre, ciclicamente, i secoli postumi si ergono a lavacro di quelli precedenti… inseguendo la via dell’uomo.
Tu, abbi fede in Dio! Cercalo e conoscilo nel Libro delle Sacre Scritture che la mamma ha sul suo comodino e in cui troverai ogni parola instillata per la salvezza delle nostre anime. Cercalo e lo troverai non nelle parole e nelle religioni dei popoli, ma in un rapporto costante, pieno, che dovrai instaurare tra Lui e te, ogni giorno, ogni istante, in ogni momento della tua giornata.
Io ora, non sto facendo esattamente quello che il Signore vuole perché sono qui; ti assicuro, però che faccio tutto quel che posso affinchè, pur essendovi, non faccia del male a nessuno.
Tu che sei lì, invece, guarda in alto tutte le volte che puoi. Parla con Lui, pregalo di preghiere spontanee nate dal cuore; chiedigli ciò di cui hai bisogno anche se Lui già sa tutto ma tu chiediglielo. Fallo divenire il tuo faro nella notte e il tuo orizzonte durante il giorno.
Molti amano parlare di pace, di uguaglianza, di fratellanza ma indicano le vie terrene per raggiungerne i traguardi e non quelle divine. Presentano la loro visione di un dio e lo fanno diventare umano. Dio, è vero, è diventato uomo nel Suo Figlio Gesù che ci ha trasmesso, però, la via per abbandonare la nostra umanità e dirigere i passi verso la divinità. Loro, invece, spogliano Dio della sua veste divina per fargliene rivestire un’altra fatta di mera concretezza, di materialità, di esigenze mondane.
Le parole di costoro sono troppo spesso quelle di sermoni terreni, caduchi, che invitano a vivere questo mondo mentre il Signore è venuto a prepararci un posto nel Suo. Insegnano il contrario della dottrina dei primi tempi, delle origini, degli apostoli, proponendone, invece, una nuova e invitando a seguirla sotto l’ègidia di idoli e filosofia aristotelica che nulla hanno a che vedere con la pienezza della semplicità dell’insegnamento di Cristo.
Questo, lo fanno sovente compartecipi delle persone dalla quotidianità discutibile che ci fanno essere qui, oggi, a combattere.
E così, i padri sono lontani dai loro figli; le donne, dai loro uomini e gli uomini si uccidono fra loro.
La verità è che il mondo non è governato da Dio. Egli stesso ci dice che il principe di questo mondo è il diavolo¹: tu impara a non seguirlo; tu impara a non lasciarti affascinare da ciò che il mondo dice attraverso le sue mode; da ciò che, di volta in volta, gli sembra normale; da ciò che fa apparire scontato; da ciò che fa sembrare largamente riconosciuto e diffuso.
Ciò che al mondo piace, non piace a Dio!² Non può piacergli.
Riconosci le persone buone e vere fra quelle che non hanno tanti seguaci. Anche questo il Signore ci ha insegnato: chi si farà amico di Dio diverrà nemico del mondo.
Lascia che l’acclamazione del popolo sia per gli uomini dello spettacolo; in natura di fede non seguire l’acclamazione. Non ve ne può essere. Il Signore ci dice che il mondo ha rifiutato la luce. Il Suo messaggio è un messaggio per il mondo ma non del mondo: la massa che rappresenta l’ha rifiutato ieri, lo sta rifiutando oggi così come lo farà domani.
Chi parla di fede ed è acclamato, non è in comunione con il messaggio di Cristo, non sta parlando la lingua di Dio³. Se così non fosse, farebbero di Cristo stesso un mentitore e questo non potrà mai essere! Egli, al contrario, ci ha preannunziato queste cose mettendoci in guardia.
Chi è davvero uomo di Dio è in linea con la Sua dottrina; è annunziatore di un messaggio che non si adegua alle mode del mondo, non ne accetta i cambiamenti voluti dagli uomini, ma è una dottrina che insegna il percorso per raggiungere la santità, la verità e l’elevazione spirituale che non si troverà mai fra i bagordi di questa terra.
Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre…!
Non ti parlo della politica poiché imparerai a conoscere quanto sia una palude di promesse in cui si affonda con le proprie speranze. Occorrerebbe che vi sia qualcuno con una visione d’insieme, una visione completa dell’esigenze dei popoli per poterli dirigere con magnanimità, lungimiranza, carità e completezza: ma ciò, non è nella natura dell’uomo.
Non ti parlo dunque della politica. Ti invito a studiarla ed evitarla.
Dell’amore non te ne scrivo: è semplicemente il contrario della guerra!
Te ne parlerà tua madre; lo farà con la sua vita: è quello il vero amore! L’amore che una mamma può avere per il figlio: incondizionato, senza riserve, pronto al sacrificio e alla rinuncia, desideroso solo del bene dell’altro mettendo il proprio in secondo, terzo, quarto piano.
Lo leggerai nei suoi occhi quando la mattina verrà a svegliarti e poi a ora di pranzo fuori la scuola e ancora durante il pomeriggio ad aiutarti con i tuoi compiti e la sera quando ti vedrà riaddormentare. Tu non lo sai forse e, magari, non dovrei dirtelo ma è così che fa l’amore ed è per questo che non ho remore: quando è sicura che stai ormai dormendo, nonostante gli occhi stanchi (e non solo quelli), comincia a cucire, sistemare e rattoppare tutti gli abiti che le hanno portato durante la giornata. Lo fa per aiutare in casa, lo fa anche lei per non farti mancare nulla. Tante volte le ho detto che non era necessario e a tutte quante mi ha risposto di farlo per te, perché tu, un giorno, capissi il significato del sacrificio e dell’impegno anche attraverso questo suo modo di rappresentarlo.
Questo è l’amore: darsi senza misura… ma, ripeto, te ne parlerà mamma, la nostra migliore interprete.
Ed ora ti saluto chiedendoti di riscrivermi presto. Le tue lettere mi tengono ancorato a casa, alla famiglia, alla mia umanità.
La guerra tutto questo tende a livellarlo senza ritegno.
Tu sei già la mia vittoria in questa vita. Sei il mio sguardo verso il futuro. Sei il profumo dei miei sogni e la forza che mi farà tornare presto a casa, con te e la mamma, a colorarci insieme.
Ti amo figlio mio».
Avrei voluto essere il messo di quella lettera e trasmetterne tutto il sentimento d’amore e speranza. Avrei voluto che le mani di quel figlio sentissero, attraverso quei fogli, l’impeto con cui batteva il cuore del padre e toccassero le lacrime non cadute.
Avrei voluto essere la testimone della dedizione di quell’uomo dinanzi al figlio e al giudizio che ogni bambino non tarda ad emettere.
Scivolai, invece, e andai via. Non son padrona del mio tempo né del mio andare.
Sono regina della notte ma vassalla della natura.
Quelle terre soffrivano dell’abbandono, anelavano alla sincerità e sommessamente (per le forze che mancavano) chiedevano la pace.
Valentino Federico
NOTE DIDASCALICHE
¹
1 Giovanni 5: 19 Noi sappiamo che siamo da Dio, mentre tutto il mondo giace sotto il potere del maligno.
Giovanni 16: 11 quanto al giudizio, perché il principe di questo mondo è stato giudicato.
Efesini 2: 2 nei quali un tempo viveste alla maniera di questo mondo, seguendo il principe delle potenze dell’aria, quello spirito che ora opera negli uomini ribelli.
Giovanni 12: 31 Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori.
2 Corinzi 4: 3-4 Se il nostro vangelo è ancora velato, è velato per quelli che sono sulla via della perdizione, per gli increduli, ai quali il dio di questo mondo ha accecato le menti affinché non risplenda loro la luce del vangelo della gloria di Cristo, che è l’immagine di Dio.
²
1 Giovanni 2: 15-16 Non amate né il mondo, né le cose del mondo! Se uno ama il mondo, l’amore del Padre non è in lui; perché tutto quello che è nel mondo, la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita, non viene dal Padre, ma dal mondo
Giacomo 4: 1-4 Da che cosa derivano le guerre e le liti che sono in mezzo a voi? Non vengono forse dalle vostre passioni che combattono nelle vostre membra? Bramate e non riuscite a possedere e uccidete; invidiate e non riuscite ad ottenere, combattete e fate guerra! Non avete perché non chiedete; chiedete e non ottenete perché chiedete male, per spendere per i vostri piaceri. Gente infedele! Non sapete che amare il mondo è odiare Dio?
Chi dunque vuole essere amico del mondo si rende nemico di Dio.
³
Galati 1:10 Infatti, è forse il favore degli uomini che intendo guadagnarmi, o non piuttosto quello di Dio? Oppure cerco di piacere agli uomini? Se ancora io piacessi agli uomini, non sarei più servitore di Cristo!
Giovanni 15: 18-19 Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questo il mondo vi odia.